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Dal 9 marzo al 12 marzo 2023
Simone Schettino e Lucio Pierri in
Nella vecchia pandemia
Giovedì – ore 21:00
Venerdì – ore 21:00
Sabato – ore 19:30
Domenica – ore 18:30
Prezzi
Per tanto, troppo tempo tutti noi abbiamo vissuto in questo incubo che si chiamava Pandemia, un qualcosa di sconvolgente ed inaspettato che resterà
nei libri di storia ma soprattutto rimarrà per sempre nella nostra memoria. La Pandemia ha contagiato un po’ tutti con il suo virus e contemporaneamente ha spazzato via da un giorno all’altro, tutte le certezze che ognuno di noi credeva di avere: benessere, salute, stabilità economica e concretezza degli affetti. La stessa pandemia che ha messo anche in risalto ancora di più differenze sociali.
Al fato ineluttabile degli eventi non possono sottrarsi neanche Cuono (Lucio Pierri) ed Alberto (Simone Schettino), i protagonisti della nuova commedia firmata a sei mani da Lello Marangio – Pierri e Francesco Procopio. Una piece comica che viaggia su di un plot bene costruito, una storia ben congeniata che fotografa un momento inimmaginabile delle nostre vite e si snoda avendo sullo sfondo, imperante, quella drammatica pandemia che però qui viene raccontata in maniera esilarante, prima come costruzione claustrofobica poi come momento di catarsi in cui i due protagonisti, così diversi tra loro, capiscono in fondo di essere più simili di quanto non immaginino.
Alberto (Schettino), figlio illegittimo ed inconsapevole fratello di Cuono (Pierri), una circostanza che lui viene a scoprire da una rivelazione fatta dalla mamma che, a causa della sua malattia (demenza senile), in certi suoi ripetuti attacchi quando dà fuori di testa, dice involontariamente delle cose che sembrano anche assurde. Ma una volta su tutte, questa rivelazione la sostiene in maniera così articolata, dettagliata e persuasiva che Alberto intuisce che è la verità. E che incredibile verità! Il tutto mentre il Premier di allora Giuseppe Conte annuncia in tv il lockdown totale che, fra l’altro, blocca un matrimonio che era in procinto di celebrarsi. Siamo così sicuri che il Covid abbia migliorato le coscienze umane? Siamo così sicuri che questo lunghissimo periodo durante il quale tutti siamo stati rinchiusi ognuno a far i conti con se stesso, con le proprie vite e con la propria quotidianità non lascerà segni nella nostra testa e nel nostro corpo? Di una cosa siamo certi: in ogni dramma che si rispetti c’è sempre un lato comico che rende meno doloroso il dramma stesso.